Lettori fissi

giovedì 5 aprile 2012

La Risurrezione di Gesù Cristo

Giovanni 11
In Giovanni 11:17-26a leggiamo: “Gesù dunque, arrivato, trovò che Lazzaro era già da quattro giorni nel sepolcro. Or Betania distava da Gerusalemme circa quindici stadi, e molti Giudei erano andati da Marta e Maria per consolarle del loro fratello. Come Marta ebbe udito che Gesù veniva, gli andò incontro; ma Maria stava seduta in casa. Marta dunque disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto; e anche adesso so che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te lo darà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Marta gli disse: «Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; (26a) e chiunque vive e crede in me, non morirà mai»” (alla fine di questo post finiremo 11:26b-27).

La scaletta
In questo post vogliamo considerare la risurrezione di Cristo sotto i seguenti cinque punti: (1) la predizione della risurrezione; (2) l’adempimento di quella predizione; (3) il risultato della risurrezione; (4) il significato della risurrezione; e infine (5) il ‘dunque’ della risurrezione per noi.

(1) Gesù predice la propria risurrezione
In Luca 9:22, riguardo a se stesso, Gesù dice ai suoi discepoli: “Bisogna che il Figlio dell'uomo soffra molte cose e sia respinto dagli anziani, dai capi-dei sacerdoti, dagli scribi, sia ucciso, e risusciti il terzo giorno”. Qui Gesù predice tre cose: (a) il suo essere ripudiato da parte dei capi religiosi; (b) la propria morte; e (c) la propria risurrezione il terzo giorno. Questi dati sono molto familiari a noi—infatti così familiari che la loro portata potrebbe sfuggirci. Quello che ci interessa in questa sede è il terzo elemento. Predire la propria morte non sarebbe impossibile; la propria risurrezione sì!

(2) Le Scritture registrano l’adempimento di tale predizione
Più passi della Bibbia confermano che Gesù ha ‘azzeccato’ predicendo il proprio tornare in vita, di cui Luca 24:1-8 è un esempio: “1 Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati. 2 E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. 3 Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4 Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; 5 tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? 6 Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come egli vi parlò quand'era ancora in Galilea, 7 dicendo che il Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare». 8 Esse si ricordarono delle sue parole.”

Al v. 5 gli angeli fanno una domanda alle pie donne che cercavano la salma (morta!) di Gesù: “Perché cercate il vivente tra i morti?” Vale a dire: ‘Care donne, siamo al terzo giorno. Il conto alla rovescia è finito. Qui, Gesù, non c’è. Qui, Gesù, non ci può essere. Perché (v. 6a) egli è risuscitato.’ Nota bene come prosegue il discorso degli angeli (vv. 6b-7). Essi ricordano a queste donne pie la profezia di Gesù. Queste pie donne sono testimoni dell’adempimento di tale profezia!

(3) Qual è il risultato della risurrezione?
Ci sono tanti risultati della risurrezione di Cristo, ma si può dire in sintesi che questo è il risultato: Cristo ha vinto la morte. In II Timoteo 1:10 troviamo scritte le seguenti parole meravigliose: Cristo “ha distrutto la morte”. La morte distrugge tutto. Alla ‘morte’, nessuno può dire, ‘No grazie.’

Gesù, invece, morendo e risuscitando ha sconfitto e ha distrutto la morte (cfr. Atti 2:23-24). Ancora 2 Timoteo 1:10: il Salvatore nostro Gesù Cristo “ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo”!

(4) Qual è il significato della risurrezione?
Qui facciamo presenti brevemente solo tre delle varie ‘implicazioni’ della risurrezione. (a) Non dobbiamo più temere la morte (Ebrei 2:14-15). (b) Se crediamo in Cristo e in Cristo solo, passiamo in quel momento dalla morte alla vita (Giovanni 5:24). E (c) noi—che siamo credenti—possiamo ora vivere una nuova vita, per via della potenza della risurrezione (Romani 6:4; Efesini 1:19-21). Qui commentiamo la terza implicazione.

Per mezzo della risurrezione di Cristo possiamo vivere una nuova vita
La risurrezione di Cristo significa che possiamo vivere, già da ora, una vita nuova. Purtroppo spesso, anche noi che siamo credenti (compreso chi scrive), viviamo come se non lo fossimo. Viviamo in modo egoista. Ci facciamo dominare da desideri indegni del regno di Dio. Speriamo di fare più soldi, di acquistare più beni di guadagnare più prestigio (sia chiaro che guadagnare il ‘giusto’ non è una cosa peccaminosa; ma non è di questo che stiamo parlando qui). Ci inganniamo, credendo che queste cose siano degne delle nostre energie.

Ma Dio vuole che noi credenti viviamo una nuova vita. Vuole che le sue priorità diventino le nostre priorità. Vuole che i suoi desideri diventino i nostri desideri. Vuole che noi abbracciamo, con gioia, la sua volontà per la nostra vita. Bene, forse desideriamo avere queste cose. Ovvero, mettiamo che, come credenti, vorremmo seguire più da vicino il nostro Salvatore. Pur avendo tale buono desiderio, a volte, non crediamo di farcela. È proprio qui che dobbiamo capire la terza implicazione (o conseguenza) della risurrezione.

La stessa potenza di Dio che ha risuscitato Cristo dai morte è a nostra disposizione per seguire Cristo. Nella Lettera agli Efesini 1:19 Paolo prega che i credenti (perciò anche tu che leggi) sappiano “19 ... qual è verso di noi che crediamo, l’immensità della … potenza” di Dio. Poi nei versetti successivi Paolo prosegue a fare presente che la potenza di Dio in questione riguarda proprio quella con cui il Padre ha risuscitato il Figlio. Inoltre Romani 6:4 recita che per noi la risurrezione di Cristo significa una nuova vita, vissuta nella potenza della risurrezione di Cristo: “Siamo dunque stati sepolti con…[Cristo] mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.”

A volte noi credenti ci troviamo in dei pasticci morali o comunque di tipo vario. E non crediamo di avere la forza per liberarci dai lacci con cui noi stessi ci siamo legati. E abbiamo ragione. In noi stessi non abbiamo la forza per liberarci. Però, la forza, la potenza c’è, ed è a nostra disposizione. Quale potenza? La potenza della risurrezione. Basta che attacchiamo la spina alla presa della risurrezione. La potenza di Dio ci porterà fuori dalle gabbiette in cui eravamo andati a finire.

(5) Il ‘dunque’ della risurrezione
Magari nel periodo in cui leggiamo questo post, si potrebbe dire (se non mi fraintendete) che la primavera sta cercando di dirigerci ad andare al Cristo Risorto…per avere la vita. Vediamo gli alberi e i fiori con le loro stupende vesti primaverili. La Primavera stessa ci sta annunciando la vita. Ma la decisione di scegliere o meno la vita della risurrezione è nostra. Questo è il dunque della Pasqua: ci rivolgeremo o no al Cristo Risorto? Crederemo o no nel Cristo Risorto.

È qui dove vogliamo tirare le fila della nostra lettura iniziale (Giovanni 11:17-26a). Il testo riprende con una domanda di Gesù. Citiamo di nuovo anche l’inizio del versetto 26 (=26a) e poi andiamo avanti con 26b (=la seconda parte del v. 26) e 27. Gesù sta parlando con Marta, ma si sta rivolgendo anche a me e a te:
“26a «Chiunque vive e crede in me, non morirà mai. [Ora proseguiamo:] b Credi tu questo?» 27 Ella gli disse: «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo».”

Risponderemo come Marta? La decisione sta ad ognuno di noi. La scelta è nostra. E tu, credi tu questo? La domanda non è indifferente: si tratta del vero ‘dunque’ della gloriosa risurrezione di Gesù Cristo dai morti!

(una forma più ampia di questa meditazione si trova in http://www.chiesaevangelicalogos.com/sermonitopicowiev.php?topico=Pasqua 24 aprile 2011)

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